Gentile Presidente Associazione Cremona,
come volontario del Corpo Militare CRI, apprezzo con piacere la Sua iniziativa a sostegno della Croce Rossa e in particolare del Corpo Militare.
La mia appartenenza al Corpo Militare risale all’ormai lontano 1986 ma solo in questi ultimi 7-8 anni partecipo attivamente alle attività del Corpo; attualmente ricopro l’incarico di responsabile N.A.A.Pro. di Forlì.
Le ultime vicende ci vedono, nostro malgrado, tristemente coinvolti come attori passivi in un processo di profonda trasformazione di una istituzione a cui abbiamo fortemente creduto e dedicato disinteressatamente parte della nostra vita.
Ci ritroviamo in un periodo di mutamenti e trasformazioni che incidono e sconvolgono profondamente ampi aspetti della nostra società, è quindi inevitabile pensare che anche la CRI venga coinvolta e possa subire cambiamenti nel proprio assetto organizzativo.
I mutamenti, però, vengono accettati e condivisi quando sono migliorativi e non limitativi o peggiorativi.
Il commissariamento della CRI fu deciso, a suo tempo dal Governo, per sanare una situazione economica largamente deficitaria. Non occorre essere un esperto di economia per comprendere che, in tutti questi anni, l’obiettivo non è stato raggiunto.
I motivi per cui il Commissario Nazionale non ha saputo porvi rimedio, li lascio ad altri. Quello che si percepisce è una palpabile sensazione di fallimento, è come dire, poiché il giocattolo non si aggiusta, lo sfascio del tutto!
Con dolore e costernazione mi sento impotente a tanta arroganza e prevaricazione, mi associo ai militari in servizio permanente e alle migliaia di volontari che gridano il proprio disappunto senza ricevere alcuna risposta concreta.
In tutto questo marasma, il Corpo Militare ne esce con le ossa rotte. L’ultima esperienza operativa è stato un po’ come il “canto del cigno” del Corpo: mi riferisco alla nostra partecipazione all’emergenza sisma in Emilia-Romagna. In questo frangente, fin dalle prime ore dopo la prima scossa, il Corpo era presente a San Felice sul Panaro con il proprio personale logistico e sanitario appartenente al VI Centro di Mobilitazione.
Grazie all’esperienza maturata in Abruzzo e in altri eventi catastrofici, il nostro personale ha fornito un prezioso contributo logistico – organizzativo nell’allestimento del C.O.C. di San Felice sul Panaro e un’encomiabile contributo sanitario operando in aree extraurbane a sostegno della popolazione rurale non ancora raggiunta dai soccorsi
Dopo circa un mese di presenza in territorio colpito dal sisma, un laconico comunicato proveniente da Roma, privo di ogni valida motivazione, ha disposto l’interruzione immediata dei soccorsi e la smobilitazione totale di uomini e mezzi del Corpo Militare.
A completare il quadro di una situazione ormai compromessa sul piano operativo, in data 19 giugno è stata emessa una disposizione del Commissario Nazionale che ha per oggetto i “Richiami senza assegni”. Tale disposizione ha avuto come ripercussione immediata il blocco di tutti i servizi operativi in ausiliarietà a beneficio delle FF.AA. e dei Corpi Armati dello Stato.
A mio avviso, con quest’ultimo comunicato, il Commissario Nazionale ha assunto una decisione intempestiva e del tutto in contraddizione con quello che è l’impegno attuale del Governo in merito alla revisione della spesa pubblica.
Nella Regione Emilia-Romagna il contributo del Corpo Militare CRI è stato decisivo per garantire con tempestività e assoluta professionalità l’addestramento dei reparti operativi delle FF.AA., dei Comandi territoriali dei CC di altri Corpi Armati dello Stato, in ottemperanza alle proprie attività di istituto.
Se con questa circolare il Commissario Nazionale ha inteso perseguire l’obiettivo del contenimento dei costi, occorrerà informarlo che ciò non corrisponde a verità.
La modalità di procedere al richiamo in servizio attivo del personale senza la corrispondente corresponsione economica, è sì non prevista dalla vigente normativa ma è comunque una prassi ampiamente consolidata che, in questi ultimi decenni, ha consentito al Corpo di poter svolgere i propri compiti di istituto a fianco delle FF.AA.
Il Commissario Nazionale dimentica che, nella quasi totalità dei casi, l’attività di ausiliarietà svolta dalla componente militare della CRI a beneficio delle FF.AA. e dei Corpi armati dello Stato, è frutto di volontariato puro, utilizzando ferie, giorni liberi, recuperi orari ecc., senza minimamente incidere su oneri di spesa a carico di Enti pubblici o privati; gli unici costi da imputare alla CRI sono limitati al carburante e alla manutenzione dei mezzi.
Se, invece, altre sono le motivazioni che hanno ispirato le scelte del Commissario Nazionale, nel rispetto di un malcelato senso di onestà e rispetto delle norme è bene che siano rese pubbliche, e se veramente motivate, ce ne faremo una ragione.
A completezza dell’informazione, cito i seguenti dati che riguardano l’attività operativa del personale militare richiamato in servizio attivo con precetto afferente al N.A.A.Pro. della sola Provincia di Forlì-Cesena nell’anno 2011:
- oltre 170 servizi di supporto sanitario alle attività addestrative nei poligoni militari e operative a beneficio di reparti delle FF.AA. e Corpi Armati dello Stato (66° Rgt Fanteria Aeromobile “Trieste”, 8° Rgt Genio Guastatori “Folgore”, 5° Rgt Artiglieria Contraerei “Pescara”, Legione Carabinieri Emilia-Romagna, Comando Provinciale Guardia di Finanza, Comando Provinciale Corpo Forestale dello Stato, ecc.), di cui oltre 40 servizi sono stati svolti in risposta alla Prefettura di Forlì-Cesena per attività di rimozione ordigni bellici in affiancamento agli artificieri dell’8° Rgt Genio Guastatori “Folgore”;
- oltre 400 richiami in servizio attivo con precetto per il personale impegnato in tali attività.
L’ipotesi paventata dal Commissario Nazionale di svolgere tali servizi con la “tuta rossa” non trova alcun riscontro fra il personale del Corpo operante sul nostro territorio. Ciò è in palese contraddizione con la Nostra Storia e con le motivazioni che spingono ognuno di noi a prestare servizio a fianco di uomini e donne in armi che servono lo Stato.
Con un profondo senso di amarezza e sconforto ma anche di incrollabile speranza La ringrazio ancora per il Suo interessamento e mi auguro che in questa mia, possa trovare spunti per continuare nella sua azione di sensibilizzazione affinché non vada perso un patrimonio di storia e di competenze che arricchiscono la Croce Rossa tutta di un inestimabile valore aggiunto.
In conclusione, auspico la ripresa delle attività temporaneamente congelate, per il bene del Corpo Militare, delle Forze Armate e dell’Italia.
Certo della Sua comprensione, voglia gradire i migliori auguri di buon lavoro.
Cesena, 23.07.2012
Responsabile N.A.A.Pro. Forlì
1°Cap. com. CRI (cgd) Alessandro Ricci